lunedì 30 dicembre 2013

Stamina: nominato il nuovo Comitato scientifico

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha individuato i componenti del nuovo Comitato scientifico che valuterà il caso Stamina e la collegata sperimentazione,  in esecuzione dell'ordinanza del Tar del Lazio. Il presidente del Comitato sarà Mauro Ferrari, presidente e Ceo dello Houston methodist research institute; vice presidente esecutivo dello Houston methodist hospital; professore presso il  Weill Cornell  medical college, New York;  presidente della Alliance for NanoHealth.
Insieme a lui, Sally Temple, direttore scientifico del Neural stem cell institute, Ny; Curt R. Freed, Capo divisione e professore presso l'University of Colorado (School of Medicine); Vania Broccoli, capo unità della divisione di Neuroscienze stem cell research institute, Ospedale San Raffaele, Milano; Francesco Frassoni, direttore centro cellule staminali e terapia cellulare Ospedale Giannina Gaslini, Genova; Carlo Dionisi Vici, Malattie metaboliche, dipartimento di Pediatria, Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Roma; Antonio Uccelli, centro per la sclerosi multipla dell'Università di Genova.
Intanto, dalle 36 schede di sintesi delle cartelle cliniche elaborate dagli ospedali Riuniti di Brescia e consegnate agli esperti del primo Comitato istituito dal ministero della Salute si apprende che "non c'è alcuna prova documentata di miglioramenti reali nei pazienti sottoposti al trattamento Stamina". Nelle "analisi dei singoli pazienti" sono riportate il numero di infusioni effettuate da ciascun malato e la patologia, seguite da una valutazione generale delle condizioni cliniche, in cui si rilevano situazioni stazionarie, peggioramenti o, in qualche caso, miglioramenti ma riferiti a livello soggettivo da parte del malato o dei suoi familiari. In molti casi la casella "valutazione terapia" non risulta compilata. Nella maggior parte delle schede non vengono riportati effetti collaterali alle infusioni alle quali sono stati sottoposti i malati, ma negli aggiornamenti più recenti, fermi al 25 novembre, non si registrano miglioramenti. La Procura di Torino si avvia a chiudere l'inchiesta a inizio 2014, sentiti i pareri di consulenti farmacologi. Dal canto suo Davide Vannoni annuncia: «Continueremo la sperimentazione all'estero, non ho truffato nessuno e mai preso un soldo».

sabato 28 dicembre 2013

Castellamonte - To: inaugurato il Centro di Assistenza Primaria

ASL TO4 - Mercoledì 18 dicembre è stato inaugurato il Centro di Assistenza Primaria (CAP) del Presidio sanitario di Castellamonte, che sarà attivo, in via sperimentale, a partire dal prossimo 7 gennaio 2014. Iniziativa congiunta dell’ASL e del Comune di Castellamonte.
Gli obiettivi del progetto CAP sono molteplici, ma unificati dalla volontà di porre al centro dell’attenzione il cittadino con i suoi bisogni di salute: definire una sede di riferimento per l’accesso e l’erogazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali rivolti alla popolazione di riferimento; impostare una rete di servizi che si prenda cura delle persone fin dal momento dell’accesso attraverso l’accoglienza dei cittadini, la collaborazione tra i professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, con un approccio globale ai bisogni della persona; sviluppare una gestione proattiva della cronicità, anche attraverso la realizzazione di ambulatori per la gestione integrata delle patologie croniche.
Nel contesto del CAP il medico di famiglia svolge un ruolo fondamentale per una adeguata presa in carico del cittadino da parte delle strutture territoriali a fronte della riorganizzazione della rete ospedaliera, visti anche gli ottimi risultati ottenuti con il Progetto per la gestione integrata del diabete. Con i medici di famiglia dell’ambito territoriale di Castellamonte è stato siglato un atto di adesione che li vede impegnati nell’ambito del CAP oltre il loro normale orario di ambulatorio.
Nell’ambito del CAP il cittadino troverà il medico di famiglia, che integrerà la propria attività con lo specialista ospedaliero o convenzionato che si occuperà dei casi di maggiore complessità clinica. Ma non solo. I servizi inclusi nel CAP sono anche la continuità assistenziale (ex guardia medica), il centro prelievi ad accesso diretto quotidiano, la radiodiagnostica, la dialisi, i servizi amministrativi distrettuali (per esempio la scelta e revoca del medico, le prenotazioni, l’assistenza integrativa e protesica), i servizi infermieristici ambulatoriali e lo sportello unico socio sanitario, che si pone come tramite tra il cittadino (soprattutto con riferimento alla condizione di non autosufficienza socio sanitaria) e la rete dei servizi socio-sanitari.
Il progetto del CAP, elaborato con la collaborazione dei medici di famiglia, è potuto diventare una realtà in seguito alla riconversione dell’Ospedale di Castellamonte.
Ora il progetto sarà operativo in via sperimentale per la durata di 6-9 mesi con un’attività dedicata alla gestione delle persone affette da patologie croniche e degli eventuali accessi per bassa complessità clinica acuta. In questo periodo saranno gestiti gli utenti residenti nell’area di Castellamonte del Distretto di Cuorgnè, che conta circa 16.400 assistiti, con la presenza di un medico di famiglia per 7 ore al giorno (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19) dal lunedì al venerdì. Qualora la sperimentazione dia esiti favorevoli, sarà da prevedere a regime un’attività espletata da due medici per 7 ore al giorno per tutta la popolazione del Distretto di Cuorgnè.
Può essere utile sottolineare le caratteristiche del Distretto di Cuorgnè: una popolazione pari a circa 81.000 abitanti, un’estensione territoriale pari a 95.178 metri quadrati con una densità di popolazione pari a 118 abitanti per chilometro quadrato, la più bassa nell’ASL TO4. Il territorio, quindi, è particolarmente complesso rispetto alle comunicazioni e alle distanze delle persone dai servizi e in tali realtà risulta importante portare i servizi delle cure primarie il più vicino possibile alla popolazione per poter rispondere al meglio alle necessità del cittadino. E il Presidio sanitario di Castellamonte si colloca in posizione centrale nel Distretto di Cuorgnè.

giovedì 26 dicembre 2013

Professioni sanitarie, il calo continua.Tiene solo la riabilitazione.

È dell'11,5% il calo delle domande presentate per i corsi di laurea delle professioni sanitarie per l'anno accademico 2013-2014. Il dato emerge dal Report annuale 2013 sulle iscrizioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie e su tasso occupazionale e programmazione dei posti per il 2014-2015. Le cose peraltro non vanno molto meglio per le altre professioni sanitarie, fatta eccezione per la riabilitazione che è in sostanziale tenuta, specialmente fisioterapia e logopedia. Di seguito il riassunto della situazione curato da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. In coincidenza con la procedura avviata dal Ministero della Salute sulla definizione del fabbisogno formativo per il prossimo AA 2014-15 da parte delle Regioni e delle Categorie, all'Osservatorio professioni sanitarie del Ministero dell'Università è stato presentato il Report annuale 2013. In questi giorni sono in corso le consultazioni fra Regioni e Categorie che dovranno presentare le rispettive proposte entro il 10 gennaio prossimo. I punti salienti del rapporto riguardano il trend delle domande presentate per i corsi di laurea magistrale di Medicina e di Odontoiatria, e quelli delle lauree triennali delle 22 professioni sanitarie. Su queste ultime la disamina riguarda anche i rispettivi trend occupazionali negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011, rilevati da Alma Laurea. Dall'analisi dei vari dati emerge che è in calo dell'11.5% il numero delle domande presentate, da 119.654 dello scorso AA 2012-13 all'attuale 105.901. Restando invariato su circa 27.400 il numero dei posti a bando si riduce anche il rapporto domande su posti (D/P) da 4,4 a 3,9. Questa riduzione delle domande si allinea a quella del tasso occupazionale che negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011 cala di 17 punti percentuali, dall'84% del 2007 al 67,8% del 2011, con la maggiore differenza proprio negli ultimi due anni, dal 75% al 69% con -6 punti percentuali. Rispetto alle quattro aree professionali mentre si rileva una sostanziale tenuta della Riabilitazione (specie Fisioterapia e Logopedia stabili quasi al 90%), per le altre tre aree si assiste invece ad un calo progressivo: Infermiere dal 94% al 74%, Ostetrica dal 60% al 41%; ma un calo maggiore tocca le professioni Tecniche e della Prevenzione, in particolare i Tecnici di Radiologia dal 93% del 2007 scendono a 48% del 2011, i Tecnici della Prevenzione dal 74% al 51% e quelli di Laboratorio dal 62% al 38%. In prospettiva della definizione del fabbisogno formativo per l'AA 2014-15 sono proprio queste le professioni su cui le Regioni sono chiamate a fare le relative riduzioni. In particolare è la Regione Lazio che dovrà intervenire drasticamente con la revisione delle stime in eccesso fatte lo scorso anno, quando furono tutte superiori al doppio determinando l'esubero anche a livello nazionale: Tecnico di Radiologia 210 invece di 100, Laboratorio 220 invece di 100, Prevenzione da 188 a 90, Neurofisiopatologia 18 invece di 10 e Tecnico Ortopedico da 50 a 25. Ad oggi, però, non risulta che la Regione Lazio abbia intenzione di consultare le Categorie come invece stanno facendo o hanno concluso la maggioranza delle altre Regioni.

mercoledì 28 agosto 2013

Molinette di Torino capitale europea dei trapianti di fegato

L’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino è il primo centro in Europa per trapianti di fegato. Sono stati scavalcati i centri inglesi fino a poco tempo fa al top europeo. Il traguardo dei 2.500 trapianti è stato raggiunto nei giorni scorsi con un giovane donna affetta da una malattia rara, l'amiloidosi. Il Centro Trapianto di fegato ''Sergio Curtoni'', diretto dal professor Mauro Salizzoni, al vertice in Europa per numero di trapianti effettuati e per dati di sopravvivenza: il 92% dei pazienti adulti è vivo ad un anno dal trapianto e circa l'80% a 5 anni. Nel caso dei bambini, la sopravvivenza ad un anno è pari a 97,5%. Il tempo di attesa medio prima del trapianto è di circa 2 mesi. In questo momento sono 56 i pazienti in lista di attesa. Ad oggi l'età media dei pazienti trapiantati è stati di 56 anni ed il 73% di sesso maschile.

sabato 17 agosto 2013

Wi-fi gratis per tutti negli ospedali del Piemonte

TORINO 17 ago (Però Torino) – A partire dal prossimo ottobre 2013, nei nosocomi di tutto il Piemonte si potrà accedere liberamente e gratuitamente alla rete wi-fi. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Cota.

"A ottobre - ha spiegato - voglio introdurre una novità nelle strutture ospedaliere ed ambulatoriali del servizio sanitario regionale: l'accesso libero e gratuito alla rete wi-fi. Si offre così un servizio aggiuntivo e per fare in modo che la permanenza nelle strutture sanitarie venga vissuta il più possibile come un momento di normalità"

Fonte: Però Torino

venerdì 16 agosto 2013

Emoweb:Un servizio per ritirare on line i referti degli esami di laboratorio e stamparli utilizzando il proprio personal computer, evitando di doversi spostare per recarsi allo sportello della struttura sanitaria


Si tratta di Emoweb, progetto realizzato attraverso un accordo tra  la Comunità Montana Valli Orco e Soana, l'ASL TO 4, il CSI Piemonte e il CSP - Innovazione nelle ICT, che ha coinvolto in fase sperimentale i cittadini dei Comuni di Valprato Soana, Ronco Canavese e Ingria.
La sperimentazione è partita da questi territori dove è più alto il rischio di digital divide e dove gli spostamenti possono essere più problematici, in particolare per i residenti anziani.
Emoweb è disponibile per tutti i cittadini grazie alla "Casa Digitale" di Ronco Canavese, inaugurata a luglio 2012, nella quale si trovano un internet point, un ambulatorio medico e un ufficio con un personal computer, utilizzabile con l'aiuto di un operatore dai cittadini che ne sono sprovvisti, per la ricezione on line e la stampa dei referti.
La "Casa Digitale" è stata realizzata con l'obiettivo di avere a disposizione un immobile per sperimentare, avviare, e successivamente anche replicare in altre zone montane del Piemonte, servizi altamente innovativi  per la popolazione che vive ed opera in montagna.
L'intervento è stato possibile a seguito di un cofinanziamento ottenuto dalla Comunità Montana Valli Orco e Soana con la partecipazione a un bando del 2007 indetto dalla Regione Piemonte.

Torino: La Regione ha approvato il progetto di attivazione di un Centro di Assistenza Primaria (CAP) a Castellamonte Venerdi 09 Agosto 2013

ASL TO4 - Giovedì 8 agosto la Direzione Generale dell’ASL TO4 ha ricevuto la comunicazione con cui la Regione Piemonte approva il progetto aziendale di attivazione di un Centro di Assistenza Primaria (CAP) presso il Presidio di Castellamonte.

“Questo importantissimo risultato – riferisce con soddisfazione il Direttore Generale dell’ASL TO4 dottor Flavio Boraso – è il frutto del lavoro di collaborazione e di sinergia che in questi mesi abbiamo condotto con l’Assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità, che ci ha dimostrato disponibilità, sensibilità e attenzione”. “Il riconoscimento da parte della Regione della valenza strategica del progetto per il nostro territorio – aggiunge il dottor Boraso – ci conforta nel realizzare con determinazione una scelta che nasce dall’idea forte che i cittadini possano avere una sede territoriale di riferimento alla quale rivolgersi in ogni momento della giornata, che rappresenti una certezza di risposta concreta, competente e appropriata ai diversi bisogni di salute e di assistenza, soprattutto delle persone più fragili”.

Gli obiettivi del progetto CAP sono molteplici, ma unificati dalla volontà di porre al centro dell’attenzione il cittadino con i suoi bisogni di salute: definire una sede di riferimento per l’accesso e l’erogazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali rivolti alla popolazione di riferimento; impostare una rete di servizi che si prenda cura delle persone fin dal momento dell’accesso attraverso l’accoglienza dei cittadini, la collaborazione tra i professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, con un approccio globale ai bisogni della persona; sviluppare una gestione proattiva della cronicità, anche attraverso la realizzazione di ambulatori per la gestione integrata delle patologie croniche.

Nel contesto del CAP il medico di famiglia e il pediatra di libera scelta svolgono un ruolo fondamentale per una adeguata presa in carico del cittadino da parte delle strutture territoriali a fronte della riorganizzazione della rete ospedaliera, visti anche gli ottimi risultati ottenuti con il Progetto per la gestione integrata del diabete.

“La possibilità di rendere operativo il CAP è anche il risultato della collaborazione tra la Direzione aziendale e i medici di famiglia – sottolinea il Direttore Sanitario dell’ASL TO4 dottor Giovanni La Valle –. Abbiamo cominciato a presentare il progetto al Comitato aziendale per i medici di famiglia nei mesi autunnali del 2012, abbiamo poi ridefinito la progettazione sulla base delle criticità emerse e quindi adattato il progetto alle esigenze specifiche del territorio con l’équipe dei medici e dei pediatri di famiglia dell’area di Castellamonte”. “Ora – conclude il dottor La Valle – ci concentreremo sull’integrazione tra il CAP e la specialistica ambulatoriale e sul rafforzamento del protocollo per la gestione delle emergenze-urgenze tra la sede di Castellamonte e l’Ospedale di Cuorgnè; protocollo che già esiste, ma che sarà opportunamente modificato sulla base dell’attivazione del CAP”.

Nell’ambito del CAP il cittadino troverà il medico di famiglia, che integrerà la propria attività con lo specialista ospedaliero o convenzionato che si occuperà dei casi di maggiore complessità clinica. Ma non solo. I servizi inclusi nel CAP sono anche la continuità assistenziale (ex guardia medica), il centro prelievi ad accesso diretto quotidiano, la radiodiagnostica, la dialisi, i servizi amministrativi distrettuali (per esempio la scelta e revoca del medico, le prenotazioni, l’assistenza integrativa e protesica), i servizi infermieristici ambulatoriali e lo sportello unico socio sanitario, che si pone come tramite tra il cittadino (soprattutto con riferimento alla condizione di non autosufficienza socio sanitaria) e la rete dei servizi socio-sanitari.

Il progetto del CAP è potuto diventare una realtà in seguito alla riconversione dell’Ospedale di Castellamonte. Sono già stati identificati gli spazi dove si svolgeranno le attività ed entro 90 giorni, come previsto dalla Determina della Direzione Sanità regionale di approvazione del progetto, e dopo la condivisione con il tavolo istituzionale del Comitato aziendale per i medici di famiglia, il CAP di Castellamonte sarà operativo in via sperimentale per la durata di 6-9 mesi con un’attività dedicata alla gestione delle persone affette da patologie croniche e degli eventuali accessi per bassa complessità clinica acuta. In questo periodo saranno gestiti gli utenti residenti nell’area di Castellamonte del Distretto di Cuorgnè, che conta circa 16.400 assistiti, con la presenza di un medico di famiglia per 7 ore al giorno (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19) dal lunedì al venerdì. Qualora la sperimentazione dia esiti favorevoli, sarà da prevedere a regime un’attività espletata da due medici per 7 ore al giorno per tutta la popolazione del Distretto di Cuorgnè. Può essere utile sottolineare le caratteristiche del Distretto di Cuorgnè: una popolazione pari a circa 81.000 abitanti, un’estensione territoriale pari a 95.178 metri quadrati con una densità di popolazione pari a 118 abitanti per chilometro quadrato, la più bassa nell’ASL TO4. Il territorio, quindi, è particolarmente complesso rispetto alle comunicazioni e alle distanze delle persone dai servizi e in tali realtà risulta importante portare i servizi delle cure primarie il più vicino possibile alla popolazione per poter rispondere al meglio alle necessità del cittadino. E il Presidio di Castellamonte si colloca in posizione centrale nel Distretto di Cuorgnè.

“Ritengo importante sottolineare – conclude il dottor Boraso – che il Comune di Castellamonte ha fortemente creduto nella progettualità del CAP e dimostrerà concretamente il suo supporto all’ASL con la presenza, nell’équipe di lavoro, di un operatore amministrativo comunale”. Sostegno che è dichiarato anche dal Sindaco di Castellamonte, Paolo Mascheroni, e dall’Assessore alla Sanità della Città, Nella Falletti: “Esprimiamo la nostra soddisfazione per la realizzazione di questo progetto, condiviso sin dall’inizio, per la valorizzazione del Presidio di Castellamonte, che offrirà un servizio strategico per la comunità”.

Ufficio stampa ASL TO4

sabato 10 agosto 2013

Ministero della Salute - Attivazione del numero di pubblica utilità '1500' - Estate 2013

Ministero della Salute - Attivazione del numero di pubblica utilità '1500' - Estate 2013 - Circolare 26/07/2013, n. DGPRE/17091-P

Si comunica per gli aspetti di relativa competenza e opportuna diffusione, che, considerate le condizione meteorologiche presenti sul territorio nazionale caratterizzate da un progressivo rialzo termico, che darà luogo ad una ondata di calore con caratteristiche particolarmente accentuate sia dal punto di vista dell'intensità che della persistenza, il Ministro della Salute ha provveduto ad attivare, a partire da venerdì 26 luglio p.v. il numero gratuito nazionale "1500".

Il Servizio, analogamente agli anni passati, sarà operativo dalle ore 8.00 alle ore 18.00 di tutti i giorni (compresi il sabato e la domenica) e fornirà direttamente ai cittadini informazioni sui bollettini giornalieri dei sistemi di previsione e allarme meteo (attivi in 27 città), consigli su come difendersi dal caldo e indicazioni sui servizi e sui numeri verdi attivati durante l'estate dalle Regioni e dai Comuni, in particolare per fornire supporto alle persone anziane e agli altri soggetti più suscettibili agli effetti del caldo.

Al numero "1500" risponderà personale del Ministero altamente qualificato e appositamente formato, in grado di soddisfare le richieste di informazione di base, e anche dirigenti sanitari (medici, veterinari, farmacisti, chimici, biologi e psicologi) per soddisfare le richieste più complesse.

venerdì 9 agosto 2013

Corte Costituzionale:Regioni sottoposte a piani di rientro "si alla pignorabilità dei beni ASL"

Il fatto:
Il TAR Campania ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 51, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2011), nella parte in cui prevede che, nelle Regioni già commissariate in quanto sottoposte a piano di rientro dei disavanzi sanitari non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali o ospedaliere sino al 31 dicembre 2011.

Profili giuridici: 
La Cassazione ha precisato che un intervento legislativo − che di fatto svuoti di contenuto i titoli esecutivi giudiziali conseguiti nei confronti di un soggetto debitore − può ritenersi giustificato da particolari esigenze transitorie, qualora sia limitato ad un ristretto periodo temporale e le disposizioni di carattere processuale che incidono sui giudizi pendenti siano controbilanciate da disposizioni di carattere sostanziale che garantiscano la realizzazione dei diritti oggetto delle procedure estinte.
La disposizione al vaglio del giudizio di legittimità, la cui durata nel tempo, inizialmente prevista per un anno, è stata differita di ulteriori due anni (sino al 31 dicembre 2013), oltre a prevedere la estinzione delle procedure esecutive iniziate e la contestuale cessazione del vincolo pignoratizio gravante sui beni, con definitivo accollo a carico dei creditori delle spese di esecuzione già affrontate, non prevede alcun meccanismo certo in ordine alla soddisfazione delle posizioni sostanziali relative ai titoli esecutivi inutilmente azionati.
La norma, pertanto, ponendosi in contrasto con l’art. 24 Costituzione, in quanto vengono vanificati gli effetti della tutela giurisdizionale già conseguita dai numerosi creditori delle aziende sanitarie procedenti nei giudizi esecutivi, è stata dichiarata incostituzionale.

Avv. Ennio Grassini.

giovedì 8 agosto 2013

Residenze per anziani non autosufficienti, la Regione Piemonte ridefinisce il sistema delle tariffe

Dal 1° ottobre saranno introdotte graduali modifiche per le tariffe delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti. Lo prevede la delibera approvata dalla Giunta regionale nell’ultima riunione.

Il provvedimento è anche il frutto di un lungo e articolato confronto con le istituzioni del territorio, gli enti gestori e le parti sociali che hanno fatto pervenire le loro osservazioni- sottolinea l’Assessore alle Politiche sociali Cavallera. Il nuovo Piano tariffario, che ha validità biennale, inserito nel contesto della presa in carico della persona non autosufficiente, garantisce il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di maggiore appropriatezza ed efficacia."

Le tariffe sono definite per tutte le fasce assistenziali, modulate a seconda dei bisogni assistenziali dell’utente, con attenzione particolare alla programmazione e alla riduzione delle differenze tariffarie attualmente esistenti sul territorio, soprattutto per quanto riguarda la quota sanitaria.
Nelle strutture che applicano tariffe sotto soglia, per evitare eccessivi incrementi tariffari ricadenti sui cittadini e gli enti gestori, sono previsti quattro “scalini” temporali (a partire dal 1° ottobre) che andranno a coprire la differenza tra la tariffa attualmente in vigore e quella definita nel Piano.
Per la copertura delle quote sanitarie delle rette di ricovero in strutture residenziali l’impegno finanziario annuale delle Asl ammonta a 265 milioni con un maggior coordinamento regionale.
Il budget è stato determinato partendo dal consuntivo dell’attività delle Asl 2012: mantenendo inalterata la spesa effettiva (al netto della spesa dei “costi di produzione”), prevede un recupero di risorse grazie alla riduzione media del 3,3% delle tariffe di ricovero e al riallineamento al DPCM 29 novembre 2001 (Lea) della quota di compartecipazione sanitaria nelle tariffe, con la definizione anche dei livelli di Alta intensità, Alta intensità incrementata e Nuclei Alzheimer temporanei.
A regime, il Piano consentirà di recuperare risorse da investire nell’incremento tendenziale del 15% dei posti letto disponibili per il servizio sanitario regionale.
La delibera prevede il monitoraggio della Regione per valutare l’effettivo andamento delle convenzioni e l’applicazione delle nuove norme introdotte.

lunedì 5 agosto 2013

Corte Costituzionale: anche il nipote può assistere lo zio disabile

Il fatto:
Il T.A.R. Calabria  ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 nella parte in cui, in assenza di altri soggetti idonei, non consente ad altro parente o affine convivente di persona con handicap in situazione di gravità, debitamente accertata, di poter fruire del congedo straordinario.
Il giudizio principale ha a oggetto il ricorso promosso da un assistente capo di Polizia Penitenziaria contro due decreti del Ministero della Giustizia, uno di rigetto dell’istanza per l’assistenza allo zio materno e l’altro di annullamento di due provvedimenti con i quali il ricorrente era stato collocato in congedo straordinario per assistenza a disabile in situazione di gravità.
Profili giuridici:
La Corte ha evidenziato come il legislatore ha già riconosciuto il ruolo di parenti e affini entro il terzo grado proprio nell’assistenza ai disabili in condizioni di gravità, attribuendo loro il diritto a permessi retribuiti su base mensile, ai sensi della legge n. 104 del 1992. Di conseguenza, l’ordinamento già assicura un rilievo giuridico a tali legami di parentela e di affinità per la cura e l’assistenza di persone disabili gravi, qualora si verifichino alcune condizioni, che sono del tutto assimilabili a quelle stabilite dal legislatore per la fruizione del congedo straordinario retribuito di cui all’art. 42, comma 5, d.lgs. n. 151 del 2001. Tale asimmetria normativa costituisce un ulteriore argomento a sostegno della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’omessa menzione di tali soggetti tra quelli legittimati a richiedere il congedo straordinario disciplinato nella disposizione impugnata.( Avv. Ennio Grassini)

Corte Costituzionale, Sent. n. 203 del 18.07.2013

sabato 3 agosto 2013

Ritiro referti a Casa Digitale - Istruzioni e Informazioni sul servizio


Scarica il modulo di adesione al servizio: http://hostr.co/67U0Ovklqpza compila con i tuoi dati anagrafici,sottoscrivi ed invialo a : emoweb.roncocanavese@gmail.com

Piano Socio Sanitario 2012-2015

Il Piano socio-sanitario 2012-2015 è stato approvato dal Consiglio regionale il 3 aprile 2012, con l’obiettivo è affrontare il problema di aumento dei costi di un sistema sanitario, quello piemontese, buono ma costoso, mantenendo nel tempo la sostenibilità del sistema stesso.
Negli ultimi dieci anni, l’andamento dei costi del sistema piemontese è salito di circa 400 milioni di euro l'anno, passando da 6 miliardi di euro del 2002 a 8,5 miliardi del 2010. Per la prima volta, il 2011 ha segnato una diminuzione della spesa sanitaria di circa 135 milioni.
Per lavorare in un'ottica di sostenibilità economica, occorre creare realtà di dimensioni economiche migliori, mettendo a fattor comune attività quali gli acquisti, lo stoccaggio, la distribuzione, il controllo di gestione ecc, attività fino ad oggi svolte da ciascuna azienda sanitaria regionale singolarmente (21 in totale).

La riforma sanitaria prevede la costituzione di sei Federazioni, società consortili in capo alle quali saranno poste tali attività, generando grossi risparmi sui volumi aumentati per “effetto scala”, un passaggio giuridico che non avrà alcuna conseguenza sui cittadini.
Oltre alla nascita delle Federazioni, elemento fondante della riforma sanitaria appena approvata, è la programmazione della rete ospedaliera.
Le varie attività che verranno integrate nelle diverse strutture a seconda della suddetta gerarchizzazione risponderanno al concetto di grandi volumi che consentono la visibilità di una grande casistica.
Il rafforzamento del Servizio di Emergenza 118 costituisce un ulteriore tassello della riforma. Verrà significativamente potenziata la flotta su terra e sarà riorganizzato il servizio di elisoccorso attraverso l'introduzione del volo notturno.
Anche i Dea e i Pronto soccorsi saranno riorganizzati, servendo con strutture più idonee i codici bianchi e verdi, elemento che consentirà di alleggerire le strutture di emergenza liberando posti per i casi più gravi.
La disponibilità maggiore di strutture per la riabilitazione post acuta creerà più disponibilità di posti letto negli ospedali e consentirà più facili ricoveri dei codici gialli e rossi, alleviando il cronico carico di Dea e PS.
Il nuovo Piano socio-sanitario nasce dalla necessità di controllare la crescita dei costi della sanità piemontese, contenendoli attraverso la creazione di un sistema sostenibile nel tempo e garantendo un'alta qualità dei servizi. La rete ospedaliera e la centralizzazione dei servizi attraverso la costituzione delle Federazioni permetterà di liberare risorse importanti che saranno investite nel sociale per rispondere alle crescenti esigenze della nostra popolazione e a fronte di riduzioni al settore che arrivano dallo Stato.