lunedì 30 dicembre 2013

Stamina: nominato il nuovo Comitato scientifico

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha individuato i componenti del nuovo Comitato scientifico che valuterà il caso Stamina e la collegata sperimentazione,  in esecuzione dell'ordinanza del Tar del Lazio. Il presidente del Comitato sarà Mauro Ferrari, presidente e Ceo dello Houston methodist research institute; vice presidente esecutivo dello Houston methodist hospital; professore presso il  Weill Cornell  medical college, New York;  presidente della Alliance for NanoHealth.
Insieme a lui, Sally Temple, direttore scientifico del Neural stem cell institute, Ny; Curt R. Freed, Capo divisione e professore presso l'University of Colorado (School of Medicine); Vania Broccoli, capo unità della divisione di Neuroscienze stem cell research institute, Ospedale San Raffaele, Milano; Francesco Frassoni, direttore centro cellule staminali e terapia cellulare Ospedale Giannina Gaslini, Genova; Carlo Dionisi Vici, Malattie metaboliche, dipartimento di Pediatria, Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Roma; Antonio Uccelli, centro per la sclerosi multipla dell'Università di Genova.
Intanto, dalle 36 schede di sintesi delle cartelle cliniche elaborate dagli ospedali Riuniti di Brescia e consegnate agli esperti del primo Comitato istituito dal ministero della Salute si apprende che "non c'è alcuna prova documentata di miglioramenti reali nei pazienti sottoposti al trattamento Stamina". Nelle "analisi dei singoli pazienti" sono riportate il numero di infusioni effettuate da ciascun malato e la patologia, seguite da una valutazione generale delle condizioni cliniche, in cui si rilevano situazioni stazionarie, peggioramenti o, in qualche caso, miglioramenti ma riferiti a livello soggettivo da parte del malato o dei suoi familiari. In molti casi la casella "valutazione terapia" non risulta compilata. Nella maggior parte delle schede non vengono riportati effetti collaterali alle infusioni alle quali sono stati sottoposti i malati, ma negli aggiornamenti più recenti, fermi al 25 novembre, non si registrano miglioramenti. La Procura di Torino si avvia a chiudere l'inchiesta a inizio 2014, sentiti i pareri di consulenti farmacologi. Dal canto suo Davide Vannoni annuncia: «Continueremo la sperimentazione all'estero, non ho truffato nessuno e mai preso un soldo».

sabato 28 dicembre 2013

Castellamonte - To: inaugurato il Centro di Assistenza Primaria

ASL TO4 - Mercoledì 18 dicembre è stato inaugurato il Centro di Assistenza Primaria (CAP) del Presidio sanitario di Castellamonte, che sarà attivo, in via sperimentale, a partire dal prossimo 7 gennaio 2014. Iniziativa congiunta dell’ASL e del Comune di Castellamonte.
Gli obiettivi del progetto CAP sono molteplici, ma unificati dalla volontà di porre al centro dell’attenzione il cittadino con i suoi bisogni di salute: definire una sede di riferimento per l’accesso e l’erogazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali rivolti alla popolazione di riferimento; impostare una rete di servizi che si prenda cura delle persone fin dal momento dell’accesso attraverso l’accoglienza dei cittadini, la collaborazione tra i professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, con un approccio globale ai bisogni della persona; sviluppare una gestione proattiva della cronicità, anche attraverso la realizzazione di ambulatori per la gestione integrata delle patologie croniche.
Nel contesto del CAP il medico di famiglia svolge un ruolo fondamentale per una adeguata presa in carico del cittadino da parte delle strutture territoriali a fronte della riorganizzazione della rete ospedaliera, visti anche gli ottimi risultati ottenuti con il Progetto per la gestione integrata del diabete. Con i medici di famiglia dell’ambito territoriale di Castellamonte è stato siglato un atto di adesione che li vede impegnati nell’ambito del CAP oltre il loro normale orario di ambulatorio.
Nell’ambito del CAP il cittadino troverà il medico di famiglia, che integrerà la propria attività con lo specialista ospedaliero o convenzionato che si occuperà dei casi di maggiore complessità clinica. Ma non solo. I servizi inclusi nel CAP sono anche la continuità assistenziale (ex guardia medica), il centro prelievi ad accesso diretto quotidiano, la radiodiagnostica, la dialisi, i servizi amministrativi distrettuali (per esempio la scelta e revoca del medico, le prenotazioni, l’assistenza integrativa e protesica), i servizi infermieristici ambulatoriali e lo sportello unico socio sanitario, che si pone come tramite tra il cittadino (soprattutto con riferimento alla condizione di non autosufficienza socio sanitaria) e la rete dei servizi socio-sanitari.
Il progetto del CAP, elaborato con la collaborazione dei medici di famiglia, è potuto diventare una realtà in seguito alla riconversione dell’Ospedale di Castellamonte.
Ora il progetto sarà operativo in via sperimentale per la durata di 6-9 mesi con un’attività dedicata alla gestione delle persone affette da patologie croniche e degli eventuali accessi per bassa complessità clinica acuta. In questo periodo saranno gestiti gli utenti residenti nell’area di Castellamonte del Distretto di Cuorgnè, che conta circa 16.400 assistiti, con la presenza di un medico di famiglia per 7 ore al giorno (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19) dal lunedì al venerdì. Qualora la sperimentazione dia esiti favorevoli, sarà da prevedere a regime un’attività espletata da due medici per 7 ore al giorno per tutta la popolazione del Distretto di Cuorgnè.
Può essere utile sottolineare le caratteristiche del Distretto di Cuorgnè: una popolazione pari a circa 81.000 abitanti, un’estensione territoriale pari a 95.178 metri quadrati con una densità di popolazione pari a 118 abitanti per chilometro quadrato, la più bassa nell’ASL TO4. Il territorio, quindi, è particolarmente complesso rispetto alle comunicazioni e alle distanze delle persone dai servizi e in tali realtà risulta importante portare i servizi delle cure primarie il più vicino possibile alla popolazione per poter rispondere al meglio alle necessità del cittadino. E il Presidio sanitario di Castellamonte si colloca in posizione centrale nel Distretto di Cuorgnè.

giovedì 26 dicembre 2013

Professioni sanitarie, il calo continua.Tiene solo la riabilitazione.

È dell'11,5% il calo delle domande presentate per i corsi di laurea delle professioni sanitarie per l'anno accademico 2013-2014. Il dato emerge dal Report annuale 2013 sulle iscrizioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie e su tasso occupazionale e programmazione dei posti per il 2014-2015. Le cose peraltro non vanno molto meglio per le altre professioni sanitarie, fatta eccezione per la riabilitazione che è in sostanziale tenuta, specialmente fisioterapia e logopedia. Di seguito il riassunto della situazione curato da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. In coincidenza con la procedura avviata dal Ministero della Salute sulla definizione del fabbisogno formativo per il prossimo AA 2014-15 da parte delle Regioni e delle Categorie, all'Osservatorio professioni sanitarie del Ministero dell'Università è stato presentato il Report annuale 2013. In questi giorni sono in corso le consultazioni fra Regioni e Categorie che dovranno presentare le rispettive proposte entro il 10 gennaio prossimo. I punti salienti del rapporto riguardano il trend delle domande presentate per i corsi di laurea magistrale di Medicina e di Odontoiatria, e quelli delle lauree triennali delle 22 professioni sanitarie. Su queste ultime la disamina riguarda anche i rispettivi trend occupazionali negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011, rilevati da Alma Laurea. Dall'analisi dei vari dati emerge che è in calo dell'11.5% il numero delle domande presentate, da 119.654 dello scorso AA 2012-13 all'attuale 105.901. Restando invariato su circa 27.400 il numero dei posti a bando si riduce anche il rapporto domande su posti (D/P) da 4,4 a 3,9. Questa riduzione delle domande si allinea a quella del tasso occupazionale che negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011 cala di 17 punti percentuali, dall'84% del 2007 al 67,8% del 2011, con la maggiore differenza proprio negli ultimi due anni, dal 75% al 69% con -6 punti percentuali. Rispetto alle quattro aree professionali mentre si rileva una sostanziale tenuta della Riabilitazione (specie Fisioterapia e Logopedia stabili quasi al 90%), per le altre tre aree si assiste invece ad un calo progressivo: Infermiere dal 94% al 74%, Ostetrica dal 60% al 41%; ma un calo maggiore tocca le professioni Tecniche e della Prevenzione, in particolare i Tecnici di Radiologia dal 93% del 2007 scendono a 48% del 2011, i Tecnici della Prevenzione dal 74% al 51% e quelli di Laboratorio dal 62% al 38%. In prospettiva della definizione del fabbisogno formativo per l'AA 2014-15 sono proprio queste le professioni su cui le Regioni sono chiamate a fare le relative riduzioni. In particolare è la Regione Lazio che dovrà intervenire drasticamente con la revisione delle stime in eccesso fatte lo scorso anno, quando furono tutte superiori al doppio determinando l'esubero anche a livello nazionale: Tecnico di Radiologia 210 invece di 100, Laboratorio 220 invece di 100, Prevenzione da 188 a 90, Neurofisiopatologia 18 invece di 10 e Tecnico Ortopedico da 50 a 25. Ad oggi, però, non risulta che la Regione Lazio abbia intenzione di consultare le Categorie come invece stanno facendo o hanno concluso la maggioranza delle altre Regioni.